Trichiasi : orientamento anomalo delle ciglia

Paziente affetto da trichiasi. La freccia blu indica le ciglia in posizione anomala che poggiano sulla cornea.

Cos’è la Trichiasi ?

La Trichiasi è un orientamento anomalo interno, acquisito, di una o più ciglia, che può comportare, nei casi più gravi, la comparsa di ulcere corneali.

Quali sono le cause ?

Il più delle volte la trichiasi è idiopatica (non dovuta a cause note), ma a volte può essere causata da blefariti croniche, entropion, traumi, ustioni chimiche, esiti di interventi chirurgici, tracoma, sindrome di Stevens-Johnson e pemfigoide oculare.

Quali sono i sintomi ?

I principali disturbi associati a trichiasi sono sensazione di corpo estraneo, bruciore, prurito, lacrimazione, secrezione mucosa e arrossamenti dell’occhio fino al dolore. Nelle forme croniche non trattate possono verificarsi ulcerazioni e cicatrici corneali permanenti.

Diagnosi

La diagnosi è esclusivamente clinica ed è basata sulla visita oculistica.

Trattamento

Il trattamento chirurgico consiste nella rimozione delle ciglia con una pinza, nel caso in cui le ciglia ricrescono, l’elettrolisi o la criochirurgia costituiscono i metodi più efficaci nel prevenirne la ricrescita in modo permanente. In caso di congiuntivite o cheratite associata la terapia medica si basa su applicazione locale di antibiotici.

Corioretinopatia Sierosa Centrale

Scansione OCT della regione maculare con sollevamento del neuro-epitelio e presenza di fluido in CSC acuta

Che cos’è ?

La Corioretinopatia Sierosa Centrale (CSC) è una malattia oculare caratterizzata dal sollevamento di uno strato retinico (neuro-epitelio) nella regione maculare (zona centrale della retina) a causa dell’accumulo di liquido sieroso, dovuto ad uno stravaso di siero. Il più delle volte esordisce in un occhio solo, ma può coinvolgere entrambi gli occhi. Colpisce più frequentemente gli uomini tra i 30 e i 50 anni.

Quali sono le cause della CSC?

Sulle cause della CSC non si hanno ancora dati certi. Viene considerata una malattia dell’epitelio pigmentato retinico. Si è ipotizzato il ruolo della coroide (strato vascolare dell’occhio) nella CSC, nella quale si instaura una condizione di congestione e aumento di permeabilità di alcuni distretti vascolari. Questo determinerebbe il conseguente passaggio di fluido nello spazio sottoretinico. Rimane però da chiarire come si instauri l’aumento della permeabilità coroideale. L’associazione della CSC con lo stress e l’aumento dei livelli ematici di catecolamine definirebbe l’aumentato stimolo adrenergico una valida ipotesi.

Mentre il ruolo dei corticosteroidi è diventato sempre più evidente nel favorire l’insorgenza di episodi di CSC o nell’aggravarne il decorso. Elevati livelli ematici di cortisolo alterano indirettamente i processi di autoregolazione del flusso ematico coroideale.

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono principalmente:

  • riduzione dell’acuità visiva;
  • distorsione delle immagini;
  • percezione sbiadita dei colori;
  • percezione di una macchia scura (scotoma).

Si ha l’impressione di guardare attraverso una “goccia d’acqua”. L’esame della vista può risultare alterato. È importante, quindi, sottoporsi a un esame del fondo oculare.

Come si può diagnosticare?

La corioretinopatia sierosa centrale può essere diagnosticata con esami strumentali che permettono di individuare l’area di lesione con quadri spesso caratteristici. Gli esami che dovrebbe eseguire il paziente, affetto da corioretinopatia sierosa centrale, durante una visita oculistica approfondita per avere un accurato monitoraggio sono: la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) ad alta risoluzione per analizzare ogni singolo strato retinico, particolarmente utile nell’individuazione e nella quantificazione del distacco sieroso della retina neurosensoriale; la Fluorangiografia e l’Angiografia con il Verde Indocianina (ICGA), un esame con mezzo di contrasto, importante per individuare il “punto di fuga”, cioè il punto in cui i vasi sanguigni della coroide e della coriocapillare hanno una eccessiva permeabilità che alimenta il distacco dell’epitelio pigmentato retinico.

Come si cura?

Quando si tratta del primo evento acuto il liquido che si è accumulato tende spontaneamente a riassorbirsi entro alcuni mesi e si può recuperare l’originaria acuità visiva.

La terapia convenzionale è la fotodinamica a bassa fluenza (PDT), una tecnica laser con buona percentuale di successo, in casi adeguatamente selezionati. Negli ultimi anni si stanno cercando nuove strategie terapeutiche, quella farmacologica come gli antagonisti dei mineralcorticoidi e quella basata sui laser sotto-soglia, quali il 2RT e il Micropulsato, privi di controindicazioni legate ad effetti di natura termica e sono ripetibili.

Importante è farsi seguire da uno specialista che possa prescrivere gli esami più opportuni, monitorando così lo stato della retina, individuare ed evitare i fattori predisponenti eliminando il rischio di recidive.

Scoperte cellule staminali nel nervo ottico : speranza per la cura del glaucoma?

Un team guidato da Steven Bernstein, professore del Dipartimento di Oftalmologia e Scienze Visive dell’Università del Maryland, ha isolato per la prima volta cellule staminali nel nervo ottico. Questo risultato apre nuove possibilità per arrivare a curare malattie come il glaucoma.

In questo studio, pubblicato su PNAS, i ricercatori parlano di “cellule progenitrici neurali” presenti nel tessuto del nervo ottico. Si tratta di cellule che restano in questa collocazione per anni. Esse hanno principalmente un ruolo di sostegno per le fibre nervose che avvolgono il nervo ottico. Sono cellule fondamentali, in caso fossero ridotte, le fibre del nervo ottico perderebbero consistenza e inizierebbero a deteriorarsi facilmente.

I ricercatori affermano che la presenza di queste cellule apre ad eventuali nuovi trattamenti per la riparazione dello stesso nervo ottico.

Fonte : https://www.pnas.org/content/early/2020/07/27/2001858117

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