Come vediamo nei nostri primi mesi di vita?

Visione sfuocata, macchie di luce, una confusione principalmente in bianco e nero, in cui spicca però il rosso: questo è ciò che vediamo quando apriamo per la prima volta gli occhi sul mondo. Nel susseguirsi delle settimane e dei mesi inizieremo a distinguere i colori, prima il rosso e il verde, poi il blu e il giallo, a riconoscere le forme e a percepire la profondità.

Curiosità

Un’applicazione di realtà virtuale sviluppata da The Guardian, basata sulle ricerche più recenti, consente di sperimentare come si sviluppa la visione nel primo anno di vita.

Video trailer dell’applicazione di realtà virtuale sviluppata da The Guardian

Come vediamo nelle prime settimane

L’acuità visiva nei primi giorni di vita corrisponde circa al 5% di un adulto, vale a dire che tutto gli appare molto sfuocato e che solo ad una distanza di 30 centrimetri può riconoscere una faccia.

Come vediamo nei primi due mesi

I nostri occhi cominciano a muoversi in modo più coordinato e riusciamo a seguire un oggetto in movimento. Prevale la visione a contrasti di tipo bianco o di tipo nero o colore chiaro verso lo scuro. Comincia quel processo di distinzione di tonalità dei colori, riusciamo a distinguere il rosso dal verde.

Come vediamo a quattro mesi

Abbiamo maggiore padronanza e precisione dei movimenti in cui si aggiunge la percezione della profondità che ci permette di calcolare meglio le distanze per afferrare un oggetto. Riusciamo a distinguere il blu e il giallo purché abbiano una tonalità intensa.

Come vediamo oltre i sei mesi

Abbiamo una messa a fuoco più precisa, riusciamo a distinguere un oggetto anche quando vediamo una parte di esso. Riusciamo a distinguere i colori come quando siamo adulti, così come la visione stereoscopica e la percezione della profondità, anche se continuano a migliorare fino all’età di 10-12 anni.

Blefarite

La blefarite è una patologie palpebrale che affligge sempre più pazienti. Viene spiegato in cosa consiste e come si cura.

Paziente affetto da blefarite anteriore e posteriore con presenza di dacrioliti.

Cos’è?

La blefarite è un’infiammazione delle rime palpebrali, accompagnata eventualmente da ispessimento dovuto alla formazione di squame, croste, sottili ulcere o arrossamento ed edema. Spesso si associa ad una infezione batterica, a secchezza oculare o a malattie della pelle come l’acne rosacea.

Tipi di blefarite

Si possono distinguere principalmente 2 forme:

  • anteriore: che colpisce la parte esterna della palpebra, quella cutanea e ciliare.
  • posteriore: correlata ad una disfunzione delle Ghiandole del Meibomio che si trovano all’interno del tarso, una struttura di sostegno della palpebra, e che secernono un olio essenziale per impedire l’evaporazione del film lacrimale.

Molte volte sono presenti ambedue le forme.

Cause

La blefarite può essere dovuta ad infezione batterica (specialmente da stafilococco) delle palpebre o dei dotti delle ghiandole più profonde che si aprono sui margini palpebrali, alcune infezioni virali e reazioni allergiche. Le condizioni cutanee come dermatite seborroica, rosacea e dermatite atopica colpiscono il viso e di conseguenza le palpebre, causando infiammazione e blefarite. In alcuni casi la causa non è nota.

Sintomatologia

I sintomi della blefarite sono gonfiore, arrossamento, bruciore e prurito del bordo palpebrale. Nella blefarite anteriore si possono presentare piccole croste alla radice delle ciglia o ulcerazioni.

Nella blefarite posteriore, c’è un interessamento delle ghiandole di Meibomio, si possono osservare sul bordo palpebrale i dotti di queste ghiandole dilatati ed ostruiti. In alcuni casi l’insorgenza della blefarite può interessare contemporaneamente sia la parte esterna, sia il bordo della palpebra interna (blefarite anteriore e posteriore).

I dacrioliti sono concrezioni caseoso calcaree bianco-giallastre ben visibili abbassando la palpebra inferiore (ma si possono vedere anche sulla superiore) e rappresentano un esito, spesso calcificato, dell’ostruzione delle Ghiandole di Meibomio. Quasi sempre asintomatici, possono manifestare la loro presenza in maniera acuta se la congiuntiva che li ricopre si erode con dolore puntorio, abrasione corneale, irritazione e lacrimazione. Si asportano facilmente con un aghino, ma tendono a riformarsi.

Trattamento

In caso di blefarite è necessario consultare un oculista che utilizzando esami e test appositi, potrà determinarne la causa e prescrivere il trattamento più appropriato a seconda dell’origine della patologia.

La blefarite anteriore stafilococcica viene trattata con antibiotici topici. Si tratta di patologie croniche e soggette a riacutizzazioni per cui è importante il controllo della sintomatologia. Occorre mantenere una corretta igiene palpebrale al fine di prevenire la proliferazione microbica e migliorare il funzionamento delle ghiandole di Meibomio.

Inoltre se si soffre di blefarite posteriore, è possibile effettuare impacchi caldi ad occhi chiusi per circa 5-10 minuti, fare un massaggio efficace alle palpebre per far fuoriuscire le secrezioni dai dotti e pulirle usando prodotti appositi come gel o salviette sterili non irritanti per gli occhi e per la pelle. Molto spesso la blefarite può essere accompagnata da secchezza oculare, per questo è importante proteggere la superficie dell’occhio con sostituti lacrimali ad ampia azione che idratano e proteggono.

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