Distrofia vitelliforme foveomaculare ad esordio tardivo

La distrofia vitelliforme foveomaculare ad esordio tardivo, nell’età adulta, è una distrofia maculare genetica, caratterizzata da annebbiamento visivo, metamorfopsia e perdita della vista. A livello retinico si evidenzia una lesione giallognola peculiare ”a tuorlo d’uovo” leggermente rialzata, localizzata in regione foveale o parafoveale.

Scansione OCT della lesione

Epidemiologia

Questo tipo di patologia esordisce tra la quarta e sesta decade di vita. Nelle fasi iniziali i pazienti non presentano sintomi visivi o sono interessati in modo lieve, l’acuità visiva di solito rimane conservata. Però quando la malattia progredisce, la perdita della vista può aggravarsi. Possono essere presenti neovascolarizzazione coroidale (CNV) ed atrofia centrale dell’epitelio pigmentato retinico.

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’esame oftalmologico completo, sull’autofluorescenza del fondo dell’occhio, sulla tomografia a coerenza ottica e sull’angiografia con fluoresceina, nel caso si sospetti una neovascolarizzazione coroideale. L’OCT rivela una lesione vitelliforme localizzata a livello dell’EPR o tra l’EPR e i fotorecettori. Questa tecnica è estremamente utile per distinguere la distrofia vitelliforme foveomaculare dalla degenerazione maculare correlata con l’età.

Terapia

Non è disponibile una terapia efficace per la distrofia vitelliforme foveomaculare ed i pazienti dovrebbero sottoporsi ad una visita oculistica completa, una o due volte all’anno, al fine di escludere possibili complicazioni, come la CNV, i fori maculari a tutto spessore, o i distacchi della retina.

La prognosi risulta essere buona in quanto la malattia causa tipicamente una perdita della vista lenta e progressiva; la maggior parte dei pazienti conserva una vista sufficiente per molto tempo nel corso dell’evoluzione della malattia.

Trazione vitreo-maculare

La trazione vitreo-maculare è una patologia molto frequente nelle persone sopra i 65 anni. Il vitreo (il gel dentro l’occhio) presenta un’anomala aderenza con la macula (la porzione centrale della retina). Questa aderenza può determinare una perdita della conformazione della macula, danneggiando così la vista.

La deformazione della macula può diventare tanto importante da causare dei sintomi visivi come le metamorfopsie. Il paziente con trazione vitreo-maculare vedrà quindi distorto.

La diagnosi di trazione vitreo-maculare avviene con una visita oculistica e con l’esame diagnostico di approfondimento come l’OCT della retina.

La trazione vitreo-maculare a volte può risolversi spontaneamente per il rilascio delle aderenze che l’hanno provocata, ad ogni modo la soluzione rimane l’intervento chirurgico. Vi sono situazioni cliniche che consentono l’iniezione di Ocrinoplasmina che risulta essere molto efficace nel risolvere il problema.

Trazione vitreo-maculare

Degenerazione maculare legata all’età

Cos’è?

La degenerazione maculare, detta anche DMLE, oppure AMD in inglese (Age-related macular de generation), è una comune malattia dell’occhio che si può presentare nella terza età, più frequentemente dopo i 50 anni. In seguito al danneggiamento di quella parte di retina denominata macula si ha perdita della visione centrale.

La macula

Scansione OCT della macula

La macula è una piccola parte della retina e si trova centralmente nella parte posteriore del globo oculare. Essa è la struttura che serve a formare la parte centrale della visione, quella più nitida e più dettagliata.

Esistono principalmente due forme di degenerazione maculare legata all’età

La forma iniziale non comporta importanti alterazioni visive, ma può evolvere in due forme avanzate che possono essere invalidanti.

Immagini del fondo oculare normale, maculopatia legata all’età “umida” (essudativa) e maculopatia legata all’età “secca”

Una forma di maculopatia detta secca che evolve lentamente verso l’atrofia, l’assottigliamento e la perdita di funzione della macula. L’altra forma umida detta essudativa si manifesta bruscamente con fuoriuscita di sangue e liquido da capillari anomali neoformati.

Fattori di rischio

I fattori di rischio della DMLE sono

  • una predisposizione genetica (fattori genetici)
  • il fumo di sigaretta
  • l’obesità
  • l’ipertensione
  • le malattie cardio-vascolari
  • l’esposizione eccessiva alla luce solare
  • il colore chiaro degli occhi
  • la dieta ad alto contenuto di grassi
  • il consumo di alcolici.

Manifestazioni cliniche

I principali sintomi sono costituiti da :

  • visione distorta
  • visione distorta ed offuscata (soprattutto al centro delle immagini)
  • le linee dritte sembrano ondulate
  • comparsa di un’area scura
  • per la lettura è richiesta più luce
  • gli oggetti appaiono falsati
  • i colori appaiono poco nitidi o imprecisi.

Esami diagnostici

Esistono diversi esami mirati per effettuare una diagnosi di DMLE; uno dei primi esami è l’esame oftalmoscopico, con l’utilizzo di un apposito strumento l’oculista  può esaminare il fondo dell’occhio e la macula. L’esame angiografico, che studia la circolazione dell’occhio grazie anche ad alcuni coloranti, permette di mettere in evidenza nuovi vasi formati e valutare se e quando dovranno essere trattati. Soprattutto nella forma secca è utile una tecnica fotografica senza mezzo di contrasto, l’esame in autofluorescenza ed è molto meno invasivo.

L’OCT (Tomografia a coerenza ottica) è un esame utile e rivoluzionario misura lo spessore della retina consentendo di valutare un eventuale “gonfiore” (edema) causato dalla DMLE umida, oppure un assottigliamento nella forma secca.

Un esame che può essere ripetuto a casa per valutare l’eventuale progressione della malattia è il Test di Amsler.

Terapia

Una terapia specifica per la forma secca della DMLE non esiste, studi recenti hanno dimostrato l’utilità dell’impiego di preparati anti-ossidanti e vitaminici nel rallentare l’evoluzione.

Mentre per la forma umida esistono varie terapie :

  • la fotocoagulazione mediante laser
  • la terapia fotodinamica (PDT) trattamento laser reso più selettivo grazie all’uso di un farmaco sensibilizzante iniettato endovena
  • la terapia intravitreale prevede l’iniezione ripetuta nell’occhio (nel vitreo) di preparati capaci di ostacolare processi essudativi.
× Per Info e Appuntamenti