Glaucoma : assumere caffeina in eccesso ne aumenta il rischio

Uno studio internazionale multicentrico, condotto dalla Scuola di Medicina del Mount Sinai di New York, dimostra un’interazione dietetica-genetica nel glaucoma.

La ricerca afferma che il consumo di grandi quantità di caffeina al giorno può aumentare di oltre tre volte il rischio di glaucoma per le persone con una predisposizione genetica a una pressione oculare più elevata.  Inoltre risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Ophthalmology, suggeriscono che i pazienti con una storia familiare di glaucoma dovrebbero ridurre l’assunzione di caffeina.

Questa ricerca valuta l’impatto del consumo di caffè sul glaucoma e sulla pressione intraoculare. Una elevata pressione intraoculare è un ulteriore fattore di rischio per l’insorgenza del glaucoma, anche se altri fattori contribuiscono alla comparsa della malattia.

I pazienti solitamente non percepiscono alcun sintomo, fino a che il glaucoma progredendo determina la perdita della vista.

I pazienti con glaucoma spesso chiedono come possono proteggere la vista attraverso i cambiamenti dello stile di vita. Questa ricerca ci suggerisce che pazienti con il più alto rischio genetico di glaucoma possono trarre beneficio dalla moderazione dell’assunzione di caffeina. Si ribadisce che il legame tra caffeina e rischio di glaucoma è stato osservato solo con una grande quantità di caffeina e in quelli con il più alto rischio genetico.

Scoperte cellule staminali nel nervo ottico : speranza per la cura del glaucoma?

Un team guidato da Steven Bernstein, professore del Dipartimento di Oftalmologia e Scienze Visive dell’Università del Maryland, ha isolato per la prima volta cellule staminali nel nervo ottico. Questo risultato apre nuove possibilità per arrivare a curare malattie come il glaucoma.

In questo studio, pubblicato su PNAS, i ricercatori parlano di “cellule progenitrici neurali” presenti nel tessuto del nervo ottico. Si tratta di cellule che restano in questa collocazione per anni. Esse hanno principalmente un ruolo di sostegno per le fibre nervose che avvolgono il nervo ottico. Sono cellule fondamentali, in caso fossero ridotte, le fibre del nervo ottico perderebbero consistenza e inizierebbero a deteriorarsi facilmente.

I ricercatori affermano che la presenza di queste cellule apre ad eventuali nuovi trattamenti per la riparazione dello stesso nervo ottico.

Fonte : https://www.pnas.org/content/early/2020/07/27/2001858117

Nuove strategie terapeutiche nel Glaucoma: la Neuroprotezione

La terapia del glaucoma si è avvalsa quasi esclusivamente della riduzione della pressione oculare; esistono però, almeno potenzialmente, altre forme di trattamento come quella diretta alla protezione delle cellule ganglionari, definita neuroprotezione. Se da un lato le rinnovate conoscenze hanno messo in evidenza una serie di analogie tra il glaucoma ed altre patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, il Parkinson o la sclerosi laterale amiotrofica; dall’altra nasce la necessità di ricercare altre terapie disponibili, soprattutto per alcuni pazienti. Tutto questo non significa che la terapia ipotonizzante non serva più, anzi continua ad essere il gold standard ma c’è la necessità di affiancare anche una terapia basata sulla neuroprotezione, utilizzando molecole che agiscono prevenendo il danno neuronale a livello di retina e nervo ottico con meccanismi d’azione che sono indipendenti dal controllo della pressione dell’occhio. Negli ultimi anni un rilevante interesse scientifico è stato rivolto all’individuazione dei processi patologici alla base della morte neuronale nel glaucoma e sono state individuate numerose potenziali molecole in grado di bloccare gli eventi neurodegenerativi indotti dalla malattia, però allo stato attuale la loro reale efficacia sull’uomo è ancora oggetto di approfondimento.

La neuroprotezione rappresenta un’opportunità in più per prevenire più efficacemente questa malattia. La riduzione della pressione intraoculare non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del glaucoma in tutti i soggetti a rischio e non riesce ad arrestarne la progressione in tutti i soggetti già malati. Sono, quindi, necessarie altre strategie terapeutiche come la neuroprotezione che, affiancate alla riduzione della pressione intraoculare e agendo direttamente sulla cellula neuronale, siano in grado di contrastare la progressiva morte cellulare.

Tra le varie sostanze il Coenzima Q10 (ubiquinone) è considerato una delle molecole più promettenti. Molecola simile ad una vitamina, è presente nel mitocondrio, essa partecipa al metabolismo deputato alla produzione di energia dentro la cellula e partecipa anche alla rimozione dei radicali liberi. C’è da dire che il coenzima Q10 potrebbe avere una specifica azione anti-apoptotica legata alla sua capacità di inibire l’apertura del poro di permeabilità del mitocondrio. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che esercita un’attività neuroprotettiva .

Coenzima Q10

Il coenzima Q10 è oggi riconosciuto dalla comunità scientifica come un valido e possibile approccio di supporto alle terapie esistenti nel contrastare i complessi meccanismi di danno neuronale causati dal glaucoma.

Fonte : Evidence on neuroprotective properties of coenzyme Q10 in the treatment of glaucoma; Alessio Martucci and Carlo Nucci, Neural Regen Res. 2019 Feb;14(2):197-200.

L’importanza della prevenzione nel Glaucoma, il ladro silenzioso degli occhi

Il glaucoma è una malattia degli occhi che colpisce il nervo ottico e causa la perdita progressiva della vista. ll glaucoma è la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta. In Italia si calcola che siano circa un milione le persone colpite da glaucoma, ma una su due non lo sa, perché non soffre di sintomi particolari. Di fatti il glaucoma è considerato il “ladro silenzioso degli occhi” , essendo una patologia asintomatica per lungo tempo. Il paziente non ha modo di rendersene conto, la vista può essere eccellente, non sono presenti disturbi oculari, quindi si rischia di essere informato solo quando la malattia è già in uno stadio avanzato. Perciò la prevenzione in questi casi è fondamentale, quindi tutte le persone di età superiore a 40 anni dovrebbero sottoporsi a una visita specialistica oculistica. Esistono per altro soggetti più a rischio di altri: chi ha familiarità (parenti che siano già affetti da Glaucoma), i miopi, chi soffre di patologie croniche sistemiche (quali l’ Ipertensione Arteriosa, le Malattie Cardiovascolari, il diabete, Apnee Ostruttive Notturne).

Gli esami che ci aiutano a diagnosticare il Glaucoma sono principalmente la tonometria (misurazione della pressione oculare), l’analisi della papilla ottica al fondo oculare, l’esame del campo visivo, e le tecniche di imaging (OCT, GDx, HRT) che consentono di analizzare (misurare con precisione) lo spessore delle strutture nervose retiniche (RNFL, GCC).

Allo stato attuale l’ “arma” terapeutica a disposizione è la riduzione del valore di pressione oculare, fattore di rischio trattabile nel Glaucoma, con l’obiettivo di raggiungere la “pressione target”. L’efficacia del trattamento è maggiore quando il Glaucoma viene diagnosticato in una fase iniziale.
La terapia medica prevede l’instillazione di uno o più colliri ipotonizzanti che garantiscono un abbassamento della pressione intraoculare. Sono farmaci che riducono la produzione di umore acqueo oppure che ne migliorano il drenaggio. È molto importante che questi farmaci vengano assunti regolarmente, in modo continuativo, e non vengano sospesi, senza il permesso del Medico. Si può ricorrere alla terapia laser, diversa nei differenti tipi di Glaucoma. Ma se anche quest’ultimo trattamento non è in grado di abbassare la pressione oculare, viene raccomandato l’intervento chirurgico.

Quindi se hai più di 40 anni, se hai un familiare affetto da Glaucoma, se hai patologie sistemiche croniche (Ipertensione Arteriosa, Malattie Cardiovascolari, Diabete, Apnee Ostruttive Notturne), se sei miope, se la tua pressione oculare è maggiore di 21 mmHg, vai subito dal Medico Oculista. Solo il Medico Oculista può guidarti nel percorso di diagnosi del Glaucoma, malattia oculare che non viene percepita ma che in silenzio e progressivamente spegne la vista. Per tale motivo va ribadita l’importanza della diagnosi precoce.

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