Nebulosa Elica, Occhio di Dio

Nebulosa Elica, Occhio di Dio – Telescopio Spaziale Hubble – NASA

La Nebulosa Elica (NGC 7293 o Caldwell 63) è una delle nebulose planetarie più vicine alla Terra. Si trova a 650 anni luce (200 parsec) dalla Terra nella costellazione dell’Aquario. Karl Ludwig Harding fu il primo ad osservarla e a descriverla a cui si attribuisce la scoperta prima del 1824. In molti la definiscono con l’espressione di “Occhio di Dio”per la somiglianza all’occhio umano.

La nebulosa Elica è un esempio di una nebulosa planetaria formatasi alla fine della vita di una stella di tipo solare. Gli strati gassosi esterni della stella espulsi nello spazio appaiono come dall’alto un’elica. Il nucleo centrale, destinato a diventare una nana bianca, risplende intensamente da rendere fluorescente il gas espulso precedentemente. Si stima abbia più di 10.000 anni in base alla sua velocità di espansione.

Le fotografie recenti della nebulosa sono delle ricostruzioni di immagini ottenute dallo strumento Advanced Camera for Surveys (ACS) del Telescopio Spaziale Hubble e immagini con grande angolo di visuale ottenute da un telescopio dell’Osservatorio Nazionale di Kitt Peak.

Come appare il mondo ad una persona daltonica?

Visione normale dei colori

La discromatopsia è un’incapacità di percepire i colori, totale o parziale. Spesso conosciuta come daltonismo, in nome del chimico inglese, John Dalton, che nel 1794, dopo essersi reso conto della propria cecità cromatica, la descrisse nell’articolo scientifico “Fatti straordinari legati alla visione dei colori“. È un difetto di natura prevalentemente genetica legato al cromosoma X. Tuttavia i deficit di sensibilità cromatica possono essere anche acquisiti, ad esempio dovuti ad un danno agli occhi o al cervello. In questo caso possono colpire un solo occhio oppure entrambi.
Inoltre patologie come la cataratta, la maculopatia o le otticopatie possono portare in alcuni casi ad una lieve alterazione della sensibilità dei colori.

Esistono diversi tipi di discromatopsia. I più diffusi sono dovuti ad alterazioni ereditarie dei coni, i fotorecettori sensibili ai colori, ma è anche possibile diventare discromatopsici in seguito a un danneggiamento della retina, del nervo ottico o di determinate aree della corteccia cerebrale.

Si definisce dicromatismo quando è completamente assente la funzione di una sola delle tre varietà di coni. Si distinguono:

  • protanopia, cecità per il colore rosso;
  • deuteranopia, cecità per il colore verde;
  • tritanopia, cecità per il colore blu.

Quando si ha la mancanza di tutti e tre i coni si parla di acromatopsia.

Si definisce tricromatismo anomalo quando c’è un deficit variabile dei recettori di uno dei tre colori fondamentali, che determina una ridotta capacità di riconoscere uno dei 3 colori fondamentali ovvero:

  • protanomalia, qualora sia deficitaria la sensibilità per il rosso;
  • deuteranomalia, qualora sia deficitaria la sensibilità per il verde;
  • tritanomalia, qualora sia deficitaria la sensibilità per il blu.

La diagnosi viene eseguita mediante un esame cromatico del riconoscimento dei colori. Spesso vengono utilizzate le tavole di Ishihara che consistono nel riconoscere i numeri che tendono a confondersi con lo sfondo colorato; per i test rivolti ai bambini i numeri sono sostituiti con un disegno o un percorso. Per approfondire maggiormente, si può effettuare il test di Farnsworth, che consiste nel mettere nella corretta successione tonale una serie di colori.

Tavola di Ishihara n.8

Inoltre sono state elaborate delle applicazioni per dispositivi elettronici come telefoni cellulari o tablet, che possono rivelare eventuali difetti nella percezione cromatica. Tuttavia tale verifica non ha un valore diagnostico preciso: è sempre necessario, per una corretta diagnosi, rivolgendosi ad un medico oculista.

La parabola dei Ciechi di Bruegel il Vecchio

La Parabola dei ciechi (De parabel der blinden) è un dipinto a tempera su tela (86×154 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1568 circa e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli.

Il pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio traduce in immagini la parabola evangelica in cui Cristo parla dei Farisei: “Lasciateli stare. Sotto guide cieche. Se, dunque, un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno in una fossa” (Matteo 15:14).

In questo dipinto appare molto evidente la distanza stilistica di Bruegel dalla tradizione pittorica di rappresentare i ciechi quasi sempre con occhi chiusi, come figure ascetiche ed idealmente beneficiari di doni celestiali.

Inoltre il pittore, ad ogni uomo raffigurato assegna una patologia oculare diversa. Molti esperti, anche se con qualche disaccordo diagonistico, hanno potuto identificare le malattie, tranne al primo cieco che essendo rovesciato sulla schiena non mostra il volto. Nel secondo i bulbi oculari sono stati enucleati ed eviscerati; il terzo soffre di leucoma corneale, il quarto di atrofia del nervo ottico; il quinto fotofobico con una percezione visiva nulla; infine il sesto presenta danni da pemfigoide bolloso.

Visual Snow Syndrome

Visione Normale e Visione della Neve Visiva*

La Visual Snow Syndrome è una condizione per cui alcune persone vedono puntini bianchi e neri (definita “neve visiva” da qui il nome in inglese) in una parte o nell’intera area del loro campo visivo, simile all’immagine che si ha quando la vecchia televisione (con il tubo catodico) è mal sintonizzata sul canale. Talvolta i piccoli puntini sono di colore nero-grigio su sfondo bianco oppure grigio-bianco su sfondo nero. Raramente sono descritti come puntini trasparenti, puntini lampeggianti bianchi, o puntini colorati. Di solito il problema è sempre presente e può durare per anni. Uno studio del 2010 di Raghaven et al. ipotizza che ciò che i pazienti vedono come “neve”, sia in realtà il loro “rumore visuale” intrinseco. Molti riferiscono maggiormente questo effetto in condizioni di scarsa luminosità.

Sono stati condotti studi per analizzare meglio tale condizione e i soggetti, oltre a descrivere in dettaglio la “visual snow”, avevano anche altri sintomi in comune . Perciò sono stati descritti i caratteri di tali sintomi :

  • Palinopsia è la visione di un immagine anche quando questa è scomparsa. Ne esistono due tipi :
    Trailing – gli oggetti che si muovono nel campo visivo lasciano una “scia”;
    After image – l’immagine scomparsa (uscita repentinamente dal campo visivo) persiste nel campo visivo nella precedente posizione.
  • Fenomeni entoptici
    • Miodesopsie o mosche volanti: macchie o striscie dovute ad una non perfetta trasparenza dell’umor vitreo all’interno dell’occhio.
    • Fenomeno entopico del campo blu: numerosi puntini o piccoli cerchi di colore grigio / bianco / nero o anelli che si muovono nel campo visivo in entrambi gli occhi quando si guarda superfici luminose omogenee, come il cielo blu. Essi si spostano rapidamente lungo linee ondulate nel campo visivo, soprattutto quando si guarda un blu lucente come quello del cielo.
    • Fotopsie: percezione di lampi di luce nel campo visivo.
    • Fosfeni : fenomeno di vedere la luce senza che la luce effettivamente penetri nell’occhio.
  • Fotofobia: aumentata sensibilità o fastidio per le luci.
  • Nictalopia: compromissione della visione notturna.

Emicrania ed emicrania con aura sono condizioni comuni associate che a volte possono peggiorare il quadro sintomatologico visivo. Al momento non si conoscono le cause. Però si può affermare che i pazienti presentano un esame dell’occhio normale, una TC e una RMN encefalo nella norma.
Purtroppo visto che la prima descrizione sistematica di questa sindrome è molto recente, appare quindi chiaro come non vi sia stato ancora il tempo per eseguire studi che possano darci spiegazione univoca su questo fenomeno. Non vi è un trattamento stabilito. È difficile risolvere il disturbo della visual snow con dei trattamenti, ma è possibile ridurne i sintomi e migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto.

FONTE *: Neurology. 2020 Feb 11; 94(6): e564–e574.

Gli occhi e il Coronavirus : cosa sapere

Cos’è il CoronaVirus?

Il Corona-Virus, Virus di cui stiamo continuamente sentendo parlare, si chiama Sars-CoV-2, fa parte del genere Betacoronavirus (famiglia dei Coronaviridae) e si tratta del settimo coronavirus riconosciuto in grado di infettare esseri umani.

Esso determina una sindrome definita COVID-19 (abbreviazione di COronaVIrus Disease-2019), una malattia polmonare con entità variabile da lieve a grave. Le persone che sono esposte al coronavirus possono presentare sintomi da 2 a 14 giorni dopo l’esposizione. Questi sintomi possono includere febbre, tosse ed affanno. Alcune persone possono sviluppare la polmonite e ammalarsi gravemente o morire per complicanze legate al coronavirus.

In che modo può il CoronaVirus colpire i tuoi occhi?

La prima cosa da dire è che il coronavirus può diffondersi attraverso gli occhi, proprio come avviene attraverso la bocca o il naso. Quando qualcuno affetto da Covid-19 tossisce, starnutisce o parla, le particelle di virus dalla sua bocca o dal suo naso possono raggiungere il viso di qualche altro soggetto. Quindi respirerando queste goccioline (droplet) attraverso la bocca o il naso avviene il contagio. Ma le goccioline possono anche entrare nel tuo corpo attraverso i tuoi occhi. Puoi anche essere contagiato toccando gli occhi dopo aver toccato oggetti o superfici che hanno il virus su di esso. Potrebbe essere possibile che il coronavirus causi un’infezione agli occhi (congiuntivite), sebbene ciò è estremamente raro. Se pensi di avere la congiuntivite, non farti prendere dal panico. Chiama semplicemente l’oculista per farglielo sapere e seguire le istruzioni per la cura.

Quando recarsi dall’oculista

Potresti sentirti nervoso quando vai in uno studio medico in questo periodo. Puoi essere certo che il tuo oculista, come tutti i professionisti medici, segue linee guida igieniche e di disinfezione molto rigide. Gli oftalmologi sono disponibili per trattare problemi oculari urgenti, effettuare iniezioni oculari e fornire cure critiche.

Chiamare al più presto il tuo oculista nelle seguenti situazioni:

• Hai degenerazione maculare o retinopatia diabetica

• Noti cambiamenti nella tua vista (come punti sfocati, ondulati o vuoti nel tuo campo visivo)

• Hai una lesione oculare

• Noti “mosche volanti” (miodesopsie) o lampi (fosfeni) nella tua visione

• Improvvisamente perdi un po’ di vista

• Hai dolore agli occhi, mal di testa, occhi rossi, nausea e vomito

Che cambiamenti ci saranno

L’ oculista lavorerà per proteggere la salute dei pazienti durante la pandemia di coronavirus. Aspettati cambiamenti :

• Ti potrà chiedere di aspettare fuori, o in macchina, invece che nella normale sala d’attesa. Questo per proteggere te e gli altri pazienti da possibili esposizioni al virus e di evitare affollate aree di attesa

• Sta probabilmente limitando il numero di persone che entrano. Se non hai bisogno di qualcuno che sia lì con te, ti preghiamo di non portare nessuno all’appuntamento.

• Il tuo oculista può utilizzare uno speciale scudo respiratorio di plastica sulla lampada a fessura che usa per guardarti negli occhi. Può anche indossare una maschera con uno scudo di plastica sugli occhi

• Può chiederti di aspettare di parlare fino al termine dell’esame degli occhi. Quindi può parlare con te e rispondere alle domande quando può trovarti a una distanza di sicurezza da te.

• Alcune pratiche possono essere svolte utilizzando la telemedicina per visite “virtuali” al telefono o chat su un computer.

Salvaguardare i propri occhi durante questo stato di emergenza sanitaria

La protezione degli occhi, nonché di mani, naso e bocca – può rallentare la diffusione del coronavirus.

Ecco alcuni modi in cui puoi mantenere gli occhi sicuri e sani durante questo periodo : se indossi lenti a contatto, prova a passare agli occhiali per un po’. I portatori di lenti a contatto toccano gli occhi in media più di una persona non portatrice. Prendi in considerazione di indossare gli occhiali più spesso, soprattutto se tendi a toccare molto gli occhi. Sostituire gli occhiali con le lenti può ridurre l’irritazione degli occhi e possono essere una barriera che ti ricorda di non toccare gli occhi. Se è necessario indossare le lenti a contatto, assicurati di pulirli e disinfettarli esattamente come raccomandato dall’oculista. L’uso degli occhiali può aggiungere uno strato di protezione. Occhiali correttivi o occhiali da sole possono proteggere gli occhi da goccioline respiratorie infette. Ma tieni presente che non forniscono sicurezza al 100%. Il virus può ancora raggiungere i tuoi occhi da lati aperti, parte superiore e parte inferiore degli occhiali. Per una migliore protezione, è necessario utilizzare occhiali di sicurezza se ti prendi cura di un paziente malato o di una persona potenzialmente sospetta. Evita di strofinarti gli occhi. Può essere difficile rompere questa abitudine naturale, ma in tal modo ridurrai il rischio di infezione. Se senti prurito e il bisogno di strofinare gli occhi o persino di regolare gli occhiali, usa un fazzoletto al posto delle dita. Gli occhi asciutti possono portare a più sfregamenti, quindi considera di aggiungere gocce idratanti . Se è necessario toccare gli occhi per qualsiasi motivo, anche per somministrare colliri per gli occhi, lavarti le mani prima con acqua e sapone per almeno 40 secondi. Quindi lavali di nuovo dopo aver toccato gli occhi.

Quindi…

Usa il buon senso per rimanere in salute. Lavati molto le mani. Segui una buona igiene delle lenti a contatto. Evita di toccare o sfregare naso, bocca e occhi.

Fonte : American Accademy of Ophthalmology – https://www.aao.org/Assets/6d7c9a1a-9242-4326-a75d-9c6c9a827594/637208545943870000/coronavirus-and-your-eyes-pdf?inline=1

Nuove strategie terapeutiche nel Glaucoma: la Neuroprotezione

La terapia del glaucoma si è avvalsa quasi esclusivamente della riduzione della pressione oculare; esistono però, almeno potenzialmente, altre forme di trattamento come quella diretta alla protezione delle cellule ganglionari, definita neuroprotezione. Se da un lato le rinnovate conoscenze hanno messo in evidenza una serie di analogie tra il glaucoma ed altre patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, il Parkinson o la sclerosi laterale amiotrofica; dall’altra nasce la necessità di ricercare altre terapie disponibili, soprattutto per alcuni pazienti. Tutto questo non significa che la terapia ipotonizzante non serva più, anzi continua ad essere il gold standard ma c’è la necessità di affiancare anche una terapia basata sulla neuroprotezione, utilizzando molecole che agiscono prevenendo il danno neuronale a livello di retina e nervo ottico con meccanismi d’azione che sono indipendenti dal controllo della pressione dell’occhio. Negli ultimi anni un rilevante interesse scientifico è stato rivolto all’individuazione dei processi patologici alla base della morte neuronale nel glaucoma e sono state individuate numerose potenziali molecole in grado di bloccare gli eventi neurodegenerativi indotti dalla malattia, però allo stato attuale la loro reale efficacia sull’uomo è ancora oggetto di approfondimento.

La neuroprotezione rappresenta un’opportunità in più per prevenire più efficacemente questa malattia. La riduzione della pressione intraoculare non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del glaucoma in tutti i soggetti a rischio e non riesce ad arrestarne la progressione in tutti i soggetti già malati. Sono, quindi, necessarie altre strategie terapeutiche come la neuroprotezione che, affiancate alla riduzione della pressione intraoculare e agendo direttamente sulla cellula neuronale, siano in grado di contrastare la progressiva morte cellulare.

Tra le varie sostanze il Coenzima Q10 (ubiquinone) è considerato una delle molecole più promettenti. Molecola simile ad una vitamina, è presente nel mitocondrio, essa partecipa al metabolismo deputato alla produzione di energia dentro la cellula e partecipa anche alla rimozione dei radicali liberi. C’è da dire che il coenzima Q10 potrebbe avere una specifica azione anti-apoptotica legata alla sua capacità di inibire l’apertura del poro di permeabilità del mitocondrio. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che esercita un’attività neuroprotettiva .

Coenzima Q10

Il coenzima Q10 è oggi riconosciuto dalla comunità scientifica come un valido e possibile approccio di supporto alle terapie esistenti nel contrastare i complessi meccanismi di danno neuronale causati dal glaucoma.

Fonte : Evidence on neuroprotective properties of coenzyme Q10 in the treatment of glaucoma; Alessio Martucci and Carlo Nucci, Neural Regen Res. 2019 Feb;14(2):197-200.

Quel fastidioso tremore della palpebra…

La spiacevole sensazione della palpebra che balla è abbastanza frequente, in genere monolaterale, può coinvolgere sia la palpebra superiore sia quella inferiore; essa è dovuta a una fibrillazione di uno dei muscoli della palpebra. Spesso questo tremore allarma il paziente, ma raramente è sinonimo di un disturbo preoccupante. La palpebra che trema è una mioclonia, cioè una serie di contrazioni muscolari involontarie ed intermittenti, causata da uno stato di ipereccitazione neuronale. Le mioclonie palpebrali (miochimie) possono durare da pochi secondi a qualche ora.

Questa iper-stimolazione dipende da vari motivi. Generalmente, una palpebra che trema può essere segno di eccessivo affaticamento, stress e carenza di sonno, pertanto non deve eccessivamente allarmare chi ne soffre. Qualora la manifestazione divenisse particolarmente frequente, però, è consigliabile rivolgersi ad un medico oculista per gli opportuni accertamenti.

Le possibili cause sono diverse. Nella maggior parte dei casi, questo disturbo è transitorio e non ha alcun significato patologico, risultando associato a condizioni di stress e stanchezza. Tra i motivi più comuni rientrano anche la mancanza di sonno e l’eccessivo consumo di caffeina, alcol o nicotina. Può essere associata anche alla sindrome dell’occhio secco. Se il tremore delle palpebre coinvolge entrambi gli occhi, è invece possibile che alla base ci siano difetti della vista non corretti, alcuni disturbi visivi possono stimolare, infatti, l’ammiccamento e lo spasmo palpebrale. La palpebra che trema può anche essere un sintomo di certe patologie specifiche dell’occhio, tra cui infiammazioni della congiuntiva, delle palpebre e della cornea, in questi casi rivolgiti subito ad un oculista.

Raramente, questa manifestazione risulta associata a patologie neurologiche, a disturbi metabolici, ad effetti collaterali a farmaci.

Cause più comuni
– Carenza di sonno;
– Stress;
– Abuso di caffeina ed alcolici;
– Squilibri nutrizionali (carenze di potassio e magnesio);
– Affaticamento degli occhi dall’uso di computer, tablet e smartphone;
– Secchezza oculare;
– Allergie.

L’importanza della prevenzione nel Glaucoma, il ladro silenzioso degli occhi

Il glaucoma è una malattia degli occhi che colpisce il nervo ottico e causa la perdita progressiva della vista. ll glaucoma è la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta. In Italia si calcola che siano circa un milione le persone colpite da glaucoma, ma una su due non lo sa, perché non soffre di sintomi particolari. Di fatti il glaucoma è considerato il “ladro silenzioso degli occhi” , essendo una patologia asintomatica per lungo tempo. Il paziente non ha modo di rendersene conto, la vista può essere eccellente, non sono presenti disturbi oculari, quindi si rischia di essere informato solo quando la malattia è già in uno stadio avanzato. Perciò la prevenzione in questi casi è fondamentale, quindi tutte le persone di età superiore a 40 anni dovrebbero sottoporsi a una visita specialistica oculistica. Esistono per altro soggetti più a rischio di altri: chi ha familiarità (parenti che siano già affetti da Glaucoma), i miopi, chi soffre di patologie croniche sistemiche (quali l’ Ipertensione Arteriosa, le Malattie Cardiovascolari, il diabete, Apnee Ostruttive Notturne).

Gli esami che ci aiutano a diagnosticare il Glaucoma sono principalmente la tonometria (misurazione della pressione oculare), l’analisi della papilla ottica al fondo oculare, l’esame del campo visivo, e le tecniche di imaging (OCT, GDx, HRT) che consentono di analizzare (misurare con precisione) lo spessore delle strutture nervose retiniche (RNFL, GCC).

Allo stato attuale l’ “arma” terapeutica a disposizione è la riduzione del valore di pressione oculare, fattore di rischio trattabile nel Glaucoma, con l’obiettivo di raggiungere la “pressione target”. L’efficacia del trattamento è maggiore quando il Glaucoma viene diagnosticato in una fase iniziale.
La terapia medica prevede l’instillazione di uno o più colliri ipotonizzanti che garantiscono un abbassamento della pressione intraoculare. Sono farmaci che riducono la produzione di umore acqueo oppure che ne migliorano il drenaggio. È molto importante che questi farmaci vengano assunti regolarmente, in modo continuativo, e non vengano sospesi, senza il permesso del Medico. Si può ricorrere alla terapia laser, diversa nei differenti tipi di Glaucoma. Ma se anche quest’ultimo trattamento non è in grado di abbassare la pressione oculare, viene raccomandato l’intervento chirurgico.

Quindi se hai più di 40 anni, se hai un familiare affetto da Glaucoma, se hai patologie sistemiche croniche (Ipertensione Arteriosa, Malattie Cardiovascolari, Diabete, Apnee Ostruttive Notturne), se sei miope, se la tua pressione oculare è maggiore di 21 mmHg, vai subito dal Medico Oculista. Solo il Medico Oculista può guidarti nel percorso di diagnosi del Glaucoma, malattia oculare che non viene percepita ma che in silenzio e progressivamente spegne la vista. Per tale motivo va ribadita l’importanza della diagnosi precoce.

Gli Occhi dei Luzzi Maltesi

I luzzi (“luzzu” in maltese) sono l’imbarcazione da pesca tradizionale di Malta. Sono famose per i colori vivaci, dove il giallo e il rosso si mescolano al verde e al blu. Una caratteristica unica dei luzzi sono i due occhi dipinti sulla prua. Conosciuti come occhi di Osiride o occhi di Horus, secondo gli storici queste decorazioni sono la riproposizione degli occhi presenti sulle navi fenicie e greche.
I luzzi sono considerati il simbolo della pesca e dei pescatori maltesi.
Nel corso degli anni le vele sono state rimpiazzate dai motori a diesel, e alcune luzzi sono diventati imbarcazioni da turismo.

L’Occhio di Magritte

Il cielo è un riflesso del mondo esterno oppure è il riflesso dell’immagine interiore della persona a cui appartiene l’occhio?

Renè Magritte, Il falso specchio – 1928 – Olio su tela, 54 x 80,9 cm. The Museum of Modern Art, New York

L’opera surrealista di René Magritte rappresenta un grande occhio che esclude il resto del volto a cui appartiene. L’iride appare come una finestra circolare che si affaccia su un cielo attraversato da nuvole bianche, mentre la pupilla è raffigurata come una sorta di sole nero . Magritte ha utilizzato il tipico procedimento dei Surrealisti, il paradosso visivo, che consiste nell’accostare elementi che appartengono all’esperienza quotidiana ma che non hanno alcuna relazione logica fra loro. In questo modo costringe l’osservatore ad usare la sua immaginazione per dare senso all’opera. L’ambiguità è evidente anche dal titolo “Il falso Specchio”.

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