La kylix è una coppa da vino in ceramica, il cui uso, nell’antica Grecia, è attestato a partire dal VI secolo a.C. Coppa da libagione e da bevuta raggiunse il massimo della diffusione a partire dalla fine del VI secolo rimanendo in auge fino al IV secolo a.C., quando il kantharos, l’elegante calice a volute dei rituali dionisiaci, ne prese il posto quale coppa da vino più diffusa.
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Nella classificazione di John Beazley, l’ultimo quarto del VI secolo a.C. vede il differenziarsi di tre forme principali di manufatti.
Alla forma di tipo A appartiene la maggior parte delle coppe a occhioni, originariamente a figure nere, così chiamate per la presenza della raffigurazione «ad occhioni», una simbologia che doveva avere una presumibile funzione apotropaica.
Nella coppa ad occhioni, il corpo è largo e poco profondo, il labbro non svasato e il suo profilo prolunga senza alcuna discontinuità il disegno del corpo. Lo stelo più corto e nettamente separato dall’invaso, è rappresentato con la linea di giunzione evidenziata da un prominente anello.
I più antichi esemplari rinvenuti sembrano indicare in Exekias, vasaio e ceramografo, l’invenzione sia di questa forma che della decorazione ad occhioni che servirà da modello anche nella successiva fase a figure rosse.
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