Santa Lucia

XVII secolo, Martirio di Santa Lucia, opera custodita nel Museo di palazzo Bellomo di Siracusa.

Santa Lucia è patrona di Siracusa, degli occhi, degli oculisti, dei ciechi e degli elettricisti. Si festeggia nel giorno del suo martirio.

Lucia era una giovane siracusana di famiglia nobile, orfana di padre. Pregando Sant’Agata per intercedere alla guarigione della madre malata, ebbe una visione della santa che le rispondeva: «Perché chiedi a me quello che puoi ottenere da sola?». Dopo la guarigione della madre Lucia decise di consacrarsi al Signore e destinò tutto il suo patrimonio ai poveri.

Per i successivi anni, visse dunque a servizio di infermi, bisognosi e vedove della città. Il pretendente, rifiutato da Lucia, vedendola privarsi di tutti gli averi, volle vendicarsi denunciandola come cristiana. Erano infatti in vigore i decreti della persecuzione dei cristiani emanati dall’imperatore Diocleziano.

Al processo Lucia si proclamò cristiana, rifiutando di adorare gli dei pagani. Il magistrato dunque ordinò che Lucia fosse costretta con la forza, ma, come narra la tradizione, divenne miracolosamente pesante, tanto che non riuscirono a smuoverla. Accusata di stregoneria, Lucia fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono. Infine fu messa in ginocchio e decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola. Era il 13 Dicembre 304.

L’episodio in cui Lucia si sarebbe strappata gli occhi o le avrebbero cavato gli occhi è assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV.

L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo dell’etimologia del suo nome dal latino Lux, luce.

Curiosità

“Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” è un detto popolare coniato verosimilmente prima dell’introduzione del calendario gregoriano del 1582. Con questo nuovo inserimento veniva colmata la sfasatura tra calendario civile e quello solare che aveva portato a coincidere il solstizio d’Inverno con il 13 dicembre. Da allora il giorno più corto dell’anno (solstizio d’Inverno) venne riportato tra il 21-22 Dicembre. Però per una casuale coincidenza il 13 dicembre è comunque legato ad un fenomeno astronomico, ossia con il giorno dell’anno in cui il Sole tramonta prima. Infatti dopo tale giorno il tramonto avviene ogni giorno più tardi. Nonostante questo, anche dopo il 13 Dicembre le giornate continuano ad accorciarsi; infatti, fino al 21-22 Dicembre, la leggera posticipazione del tramonto è accompagnata da una maggiore posticipazione dell’alba.

Il Padre dell’Oftalmologia Italiana : Antonio Scarpa

Antonio Scarpa nacque a Lorenzaga di Motta di Livenza il 9 maggio 1752. Studiò a Padova dove seguì anche i corsi universitari per la Medicina e Chirurgia laureandosi il 19 maggio 1770. Nel 1772 otteneva la cattedra anatomo-chirurgica dell’Università di Modena, che tenne sino al 1783, anno in cui venne chiamato all’Università di Pavia. Il passaggio di Scarpa a Pavia avvenne nel 1783 e la scelta fu suggerita alla Corte di Vienna dal pavese Alessandro Brambilla, che contribuì alla restaurazione dell’antica gloria dell’ateneo ticinese.

A Pavia gli fu assegnata la cattedra di anatomia umana, alla quale venne aggiunto l’insegnamento di operazioni chirurgiche. Nel 1787 gli venne affidata la direzione della Clinica Chirurgica. Nel 1800 fu riconfermato professore di anatomia umana e di clinica chirurgica; presidente del Gabinetto anatomico. Nel 1804 lasciò l’insegnamento dell’anatomia nel quale gli succedette Fattori e quello della Clinica Chirurgica che passò a Volpi. Ma nel 1805 Napoleone lo invitò a rioccupare la cattedra di clinica chirurgica e di operazioni chirurgiche. Nel 1813 Scarpa lascia definitivamente la cattedra ed ottiene la giubilazione mantenendo però la direzione della Facoltà medica e dei Gabinetti anatomici.

Fu sempre stato associato all’anatomia e alla chirurgia. Si interessò in particolare alla fisiologia del sistema nervoso, sulla scia degli studi di Leopoldo Caldani e Felice Fontana.

Molte e notevoli per importanza ed originalità del contenuto sono le opere che Scarpa diede alle stampe. Il suo lavoro nel campo dell’anatomia fu tanto rilevante, che diverse parti del corpo umano prendono ancora oggi il suo nome nella nomenclatura medica internazionale. L’anatomia sviluppata da Scarpa a Pavia non fu fine a sé stessa, ma a base e servizio della fisiologia e della chirurgia. Fu amico di Alessandro Volta, con il quale viaggiò in Europa e frequentò gli ambienti scientifici di Londra, Vienna e Parigi. La sua fama gli fece ottenere la Legion d’Onore e l’elezione a membro della Royal Society e delle principali accademie scientifiche europee.

Antonio Scarpa – (1752-1832)

Tuttavia pochi sanno, che il “chirurgo di Pavia”, come veniva chiamato Scarpa, come il suo insegnante, Morgagni, era molto interessato all’oftalmologia e che nel 1801 pubblicò il suo primo libro, “Le malattie principali dell’occhio”, un libro di testo sull’oftalmologia, il primo libro di testo italiano sull’argomento e il più diffuso libro di testo in Europa nella prima metà del XIX secolo. Il libro includeva importanti descrizioni dei disturbi del sistema lacrimale, molte procedure sull’oculoplastica e la prima descrizione dello stafiloma posteriore. Il suo stile chiaro, l’osservazione accurata, il giudizio clinico e l’applicazione equilibrata dei principi di patologia conosciuti ai suoi tempi lo hanno reso un leader all’inizio del secolo scorso.

Malattie degli Occhi – 1801

Questo lavoro magistrale ha avuto diverse edizioni ed è stato tradotto in tedesco, olandese, spagnolo e inglese. Divenne un popolare libro di testo sull’oftalmologia, nonostante esistessero già molti libri sull’argomento in varie lingue.

FONTE : http://musei.unipv.eu/msu/antonio-scarpa/

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